domenica 18 settembre 2016

Viscere di compassione e misericordia: l’impegno per i diritti umani, oggi

Parliamo di viscere di misericordia. Donne e uomini siamo dotati di un grembo simbolico che sentiamo vibrare, saltare, muovere a contatto con emozioni forti, piacevoli o sgradevoli. Il dolore per l’ingiustizia e per la sofferenza di altri essere umani ci smuove le viscere, anche quando diventiamo insensibili. È nelle viscere che abita la misericordia, la compassione, l’empatia che proviamo davanti al dolore dell’altro e dell’altra. Quando le viscere non si smuovono più è perché “quando è troppo è troppo”: ci si può assuefare alle continue immagini di dolore che ci arrivano, in tempo reale, da un’informazione piena di dati e immagini che ci sovrastano.

giovedì 15 settembre 2016

Seminario di ecologia profonda: I quattro elementi Acqua, Aria, Terra, Fuoco

"Io sono fatto di corpo, cuore e anima. Il creato ha quello che ho io, e io ho quello che ha il creato. Insieme scopriamo, in entrambi, la bellezza e la grandezza che ci appartengono." Matthew Fox

Alla base di diverse tradizioni mediche, filosofiche e astrologiche, sia in Oriente sia in Occidente, i quattro elementi costituiscono ora simbolicamente ora concretamente il mondo fuori di noi ma anche quello interiore, ponti come sono tra il microcosmo e il macrocosmo. Attraverso l'uso di tecniche immaginative e meditative, la lettura di fiabe, storie mitologiche, brani poetici e narrativi, nonché un'attiva sollecitazione dei cinque sensi, proveremo nel nostro laboratorio ad esplorare e ad entrare in un contatto vivo e partecipe con questi quattro elementi della natura, arrivando a sperimentare la comunione con il creato e la sua profonda, armoniosa unità.

Per prenotarvi, scrivere a: donnemujereswomen@gmail.com

lunedì 12 settembre 2016

La custode del silenzio. “Io, Antonella, eremita di città”



La custode del silenzio
“Io, Antonella, eremita di città”
Antonella Lumini e Paolo Rodari

Le parole che mi accingo a scrivere più che rappresentare una vera e propria recensione del libro sono un atto di gratitudine per Antonella e Paolo; un grazie profondo per lo sforzo, non solo editoriale, ma spirituale che, insieme, hanno compiuto perché questa storia vedesse la luce e l’esperienza, singolare ma ripetibile, di Antonella potesse arrivare a tutte e tutti, credenti e non credenti. Per imparare dal loro racconto è necessario essere ricercatori e ricercatrici, assetate e assetati di spiritualità, di una nostalgia che ci rende donne e uomini inquieti.