domenica 29 dicembre 2019

Comunicazione interculturale nella vita religiosa

Penso a un elemento del mio carisma che mi parla di interculturalità e provo a rispondere a questa domanda: qual è la cultura interculturale del mio istituto? Come viviamo noi questa dinamica?

Vivere l'interculturalità è un processo intenzionale che richiede un progetto comune. Non è qualcosa che si vive naturalmente come la multiculturalità.
È la creazione di uno spazio nuovo per il 'noi', che non appartiene a nessuna cultura in particolare, ma dove ognuna si sente a casa e può esprimere al meglio sè stessa senza pregiudizi e giudizi affrettati.

Ho mai fatto un’esperienza di inserzione in un contesto culturale diverso dal mio? Come mi sono sentita? Quali difficoltà ho riscontrato?

Ho mai vissuto l’esperienza in cui la mia cultura non era compresa? Come mi sono sentita? Cosa ho pensato?

Cosa mi risulta più difficile nella relazione con l’altra?

Cosa vorrei che si sapesse della bellezza della mia cultura?

Cosa mi fa soffrire delle generalizzazioni e dei pregiudizi verso la mia cultura di origine?

Riscontro nella mia comunità sottili forme di abuso di potere culturale?

(Intervento svolto il 28 dicembre presso la Congregazione delle Figlie di San Giuseppe del Caburlotto)
Per maggiori informazioni, contattatemi: patrizia.morgante@gmail.com; whatsapp 328 0722672

La sfida del digitale per formatrici e formatori nella vita religiosa

Chi sono le persone che entrano nelle nostre congregazioni oggi?
Siamo sicuri che la vita religiosa, i suoi formatori e formatrici, è abbastanza matura da gestire la relazione con i candidati digitali nati in un contesto di complessità completamente diverso da quello nel quale i formatori sono cresciuti e hanno sviluppato la loro vocazione? 

(Intervento al convegno internazionale dei Formatori/Formatrici della Famiglia Pallottina, settembre 2019)
Per maggiori informazioni, contattatemi: patrizia.morgante@gmail.com; whatsapp 328 0722672

La sfida della rete per la Missione della Vita Consacrata

Cosa mi attrae del mondo della comunicazione digitale? Cosa mi preoccupa?
Quali nuove opportunità ci apre il mondo digitale come umanità? Quali sfide ci pone?
Qual è il ruolo della vita consacrata nella rete digitale?
Come ‘fare casa e comunità’ nel mondo digitale?


Ci siamo mai posti queste domande? Quali risposte ci diamo? È necessaria una riflessione personale e comunitaria.

Il tema che svilupperò cercherà di offrire delle riflessioni per approfondire queste domande, con l’intento di interpretare il mondo che stiamo vivendo per trovare insieme delle risposte che aiutino ad abitare il mondo digitale come cittadine e cittadini digitali consapevoli e sapienti.

(Intervento svolto al Convegno annuale dell'Istituto per la Vita consacrata Claretianum, Roma 13 dicembre 2019)
Per maggiori informazioni, contattatemi: patrizia.morgante@gmail.com; whatsapp 328 0722672

Ecologia integral con entrañas de mujeres: texto y reflexión

Vivir la ecología integral a partir de nuestro cuerpo de mujer. Un cuerpo pensado para hacer espacio a la vida, física y espiritual. Un cuerpo consciente es un cuerpo lleno, habitado profundamente. Lleno pero al mismo tiempo siempre abierto a hacer espacio al misterio, al cosmos, al otro, a lo nuevo.

Ecología integral nos invita a hacer casa dentro de nosotras, a lo que pasa en esta historia que nos cuestiona; ecología integral es hacer casa en este cosmos,

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sabato 23 novembre 2019

Ecología integral con entrañas de mujeres

"Noi donne non ci limitiamo a pensare pensieri o sentire emozioni: noi gestiamo e partoriamo pensieri ed emozioni. Gli facciamo spazio dentro di noi, poi al momento giusto diamo loro vita. Pensieri e emozioni diventano prassi."
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domenica 10 novembre 2019

Ecologia Integrale e Donne

Sto preparando il mio intervento "Per me l'ecologia integrale è fare casa nel cosmo. 
Siamo imbevute di tempo cronologico lineare, ma le recenti ricerche nella fisica ci dicono che viviamo in una rete neuronale cosmica. Addirittura si parla di sincronicità delle particelle.
Quindi dobbiamo imparare a entrare nella dinamica profonda del Kairos. Il Kairos non lo puoi controllare ma puoi allenarti a essere attenta a coglierlo dentro di te e nella realtà. Perché la realtà è sempre più forte delle idee, ci ricorda Papa Francesco.
Le persone ci feriscono, ma allo stesso ci guariscono e ci sanano. A sanarci sarà anche il cosmo con tutti i suoi elementi."

Per saperne di più contattatemi in privato

lunedì 7 ottobre 2019

La voce dell’alterità al Sinodo Pan-Amazzonico


Tutto è connesso come se fossimo uno. Tutto è connesso in questa casa comune [1]

“Benvenute a casa sorelle!” Con queste parole Suor Jolanta Kafka, presidente della UISG[2] accoglie nella nostra sede, le Religiose che andranno al Sinodo. Sentiamo la nostra sede come la casa internazionale delle suore e, noi che vi lavoriamo, laiche e consacrate, siamo al servizio della loro missione. Prosegue Sr Jolanta “Noi donne facciamo missione a partire dall’interconnessione, da una visione olistica della pastorale. Il nostro apporto principale è la ‘comunione’: partecipate ai gruppi di lavoro creando comunione. Siate testimoni della vita dei vostri popoli; siate portatrici di una cultura della cura. Rimanete sempre in contatto con la vostra esperienza e la vostra terra e non ve ne dimenticate durante i lavori sinodali. Siate donne che generano legami di senso.”

mercoledì 7 agosto 2019

La sicurezza nasce solo da una relazione solidale e giusta

Sto leggendo tanti commenti critici sui social sul decreto sicurezza bis. 
Ciò che mi preoccupa è il clima che questo decreto sta già creando, molto al di là dell'ordine pubblico e del salvataggio in mare. Un clima in cui si scoraggia la compassione (patire con), la solidarietà; premiando l'indifferenza e l'animosità tra esseri umani. 

domenica 28 aprile 2019

Contro la cultura dell'abuso

Sto leggendo questo libro dopo aver conosciuto Anna e dopo aver letto tanti articoli negli ultimi mesi su questo tema. Ogni tanto devo interrompere la lettura per la rabbia che sento nascermi dentro, per il peso che sento come cattolica per aver contribuito, con il mio silenzio e ingenuità, al protrarsi di una cultura dell'abuso e del nascondimento per salvare le apparenze. 

sabato 6 aprile 2019

Document Human Fraternity


The theme comes up again and again. Finally I bought a copy of the Document Human Fraternity (I could not enjoy it digitally, I need it in paper).

I am going through the first pages and I feel at home. I strongly think we are one family; I am not naive; I am aware there are differences that are very difficult to heal, to reconcile.

lunedì 28 gennaio 2019

#GMCCSS2019 Cosa possiamo imparare dalla rete per costruire comunità?



“Siamo membra gli uni degli altri” (Ef 4,25). 
Dalle social network communities alla comunità umana

Il 24 gennaio, giorno in cui si ricorda San Francesco di Sales, patrono dei giornalisti, Papa Francesco ha reso pubblico il suo annuale messaggio per la Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali che, quest’anno, ci celebrerà il 2 giugno 2019. Il tema scelto già a settembre 2018 recita così “Dalle social network communities alla comunità umana”.

Desidero condividere alcune riflessioni che la lettura delle parole di Papa Francesco mi ha provocato. Oggi il ruolo che la comunicazione sociale gioca è molto importante e non si può essere analfabeti: il digitale ci circonda come un vero e proprio continente e ci abita, come un tessuto connettivo, una seconda pelle (talvolta non solo metaforicamente); e la sua cultura permea la nostra società globale.

domenica 20 gennaio 2019

Perché abbiamo paura della rabbia?

Sento e vedo che in diversi ambienti, soprattutto quelli cattolici, si ha come paura e timore della rabbia, delle sue espressioni, della sua energia.
Mi trovo a sentire frasi come "Nonostante quello che ha vissuto ha raccontato la sua storia senza rabbia", "Non ha parlato con rancore o risentimento". Bene, vuol dire che la persona è riuscita a fare un percorso elaborativo.

Se qualcuno racconta la sua ingiustizia con passione e esprime la propria rabbia, incontriamo più difficoltà ad accoglierne le paure, ci difendiamo, consideriamo meno degno di nota un racconto di rabbia.

sabato 19 gennaio 2019

Cosa possiamo imparare dalle canne al vento per abitare questa storia?


Qualche giorno fa un’amica mi ha detto “Sento di non avere un posto mio nel mondo, come se non occupassi uno spazio che sia mio. Mi sento sempre nomade”. Ovviamente lo diceva con le lacrime agli occhi, perché le procurava sofferenza. E posso comprenderlo.

Questa cosa ha risuonato tantissimo dentro di me per due motivi.

domenica 13 gennaio 2019

2019 #gentilezza #docilità #assertivita

#2019 #gentilezza #docilità #assertivita

Qualche giorno fa mi domandavo: cosa posso fare per il mio paese? Sono stanca di non parlare, di non contribuire limitandomi a osservare impassibile una morte lenta.
Ho pensato di candidarmi alle elezioni? Ho pensato di aprire un canale youtube? Non ho ancora deciso...

Mi preoccupa questa narrazione che oggi occupa tutta la nostra comunicazione; una narrazione piena di paure, di aggressività, di pancia (nel senso di non filtrato). 

Questi hashtag mi fanno compagnia #gentilezza #docilità #assertivita, li sento come un programma per me per questo nuovo anno che si apre. Spesso la gentilezza e la docilità sono interpretate come debolezza, come piegarsi senza combattere. Io le ho messe vicine all'assertività, alla capacità di essere in contatto consapevole con noi e a occupare il nostro posto nel mondo.

domenica 6 gennaio 2019

La parola alle donne

Sto leggendo un libro di uno stimato teologo: vado a vedere la bibliografia e gli altri titoli della collana editoriale e scorgo solo nomi di uomini tra i riferimenti. Francamente trovo questa cosa sempre più insopportabile. Noi donne siamo visibili quando siamo vittime di violenza, quando vinciamo nello sport (senza disturbare troppo la scena degli uomini maschi) o quando facciamo qualcosa di straordinario nella scienze (e veniamo dipinte come eccezioni), o nude davanti a una macchina; ma continuiamo a essere assenti/poco presenti nella riflessione sul quotidiano. Siamo assenti non perché non parliamo o scriviamo, ma perché si tende come "bias culturale" a dare la parola agli uomini, anche quando si parla di noi. Sarà che lavoro da tantissimi anni con le donne e questa situazione mi fa soffrire proprio per quel coraggio e spessore umano che tocco ogni giorno al loro fianco. Non sogno un mondo di donne, ma una società di donne e uomini maturi e in grado di reggere il confronto e il dialogo a parità di condizioni.