Il silenzio inteso non solo come assenza di rumori ma come modalità di abitare uno stile contemplativo di attenzione verso noi, gli altri e il cosmo. Esistono anche quei silenzi dolorosi: non parliamo perché non possiamo o non ce lo permettono; ci sono silenzi quando si getta la spugna; ci sono silenzi che sanno di abbandono e solitudine. Noi parleremo della bellezza del silenzio scelto come spazio per ascoltare la nostra anima.
Papa Francesco nella sua ultima catechesi dice che la dimensione contemplativa “è un po’ come il ‘sale’ della vita: dà sapore, dà gusto alle nostre giornate”. Contemplare, afferma il Santo Padre, “è un modo di essere” ma “essere contemplativi non dipende dagli occhi, ma dal cuore”.
Chi di noi in questo ultimo anno non ha sentito che il silenzio bussava al suo cuore?
Come ci siamo sentiti? Cosa ci ha spaventato? Cosa abbiamo apprezzato?