Stanotte ho fatto un sogno… ho sognato che le italiane e gli
italiani avevano alzato la testa e con una botta di dignità avevano deciso che
volevano vivere diversamente. Ho sognato che gridavano che erano stanchi di una
politica che dal dopoguerra ha annichilito la voglia di crescere ed espandersi,
non solo economicamente, di questo paese. Ho sognato che ci alzavamo la mattina
con la voglia di andare a lavorare perché ci sentivamo trattati come persone, e
il lavoro, pur amandolo, ci lasciava il tempo per dedicarci anche ad altro, a
nutrire i nostri hobbies e a vivere l’amore.
Ho sognato che le italiane e gli
italiani iniziavano a guardare oltre il proprio orto e scoprire che l’altro non
è un concorrente, ma può essere un collaboratore di un progetto che ci rende
tutti più felici e benestanti. E anche se dobbiamo competere, lo facciamo con
onestà e trasparenza.
Ho sognato che votavamo persone che ci invitavano a
costruire un progetto politico-culturale del paese che fosse a lunga gittata e
che sapesse anche farci un po’ sognare, che garantisse a tutte e a tutti, di
tutte le età, “pane e rose”.
Ho sognato che giravamo per le strade del paese, dalla città
più grande al paese più piccolo, e respiravamo un entusiasmo, una voglia di
mettere a frutto i nostri talenti, i nostri doni. Di essere donne e uomini
generativi per noi e per la società. Insomma di costruire e seminare, anche per
dei frutti che forse non vedremo mai.
Ho sognato che non avevamo paura di tutto, di osare modelli
nuovi o pensare un modo diverso di fare economia.
Svegliarsi dai sogni che ci fanno sentire bene è sempre un
rischio. Ma voglio correrlo, perché sempre penso che dalle macerie può nascere
un sogno, dalla polvere un nuovo progetto.
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