Incontrare e parlare con un’eremita è un desiderio che si
andava nutrendo in me già da qualche anno. L’occasione è arrivata attraverso
un’amica e sorella (come le migliori cose arrivano sempre attraverso una
relazione) che mi ha proposto di andare a incontrare Antonella Lumini,
un’eremita urbana che vive al centro di Firenze. La decisione interiore per il
sì è arrivata nel momento stesso in cui me lo ha proposto.
Siamo andate il 31 ottobre a questo incontro una decina di
donne provenienti da tre regioni italiane diverse: questo già in sé è stato un
miracolo. Da tempo dicevamo che valeva la pena incontrarci perché stavamo
percorrendo a distanza percorsi molto simili di ricerca spirituale. Veramente è
stata una giornata incredibilmente arricchente, in cui ascoltando le altre
donne mi si aprivano spiragli mentali e interiori di quanto può essere ampia e
immensa la ricerca e le possibilità che noi donne sappiamo intraprendere,
osando anche percorsi inediti. D’altronde nella storia più volte è stato così!
In comune sentiamo questa sete di spiritualità profonda che,
talvolta, è difficile trovare in cammini già stabiliti e tracciati, e quindi si
cerca di segnarne di nuovi, con altre donne. Un’altra cosa che aleggiava
nell’aria era un interesse sincero verso le altre donne, tutte le donne: vicine
e lontane; come a sentire che la battaglia per la libertà di una donna è la
battaglia di noi tutte. Come se ci sentissimo tutte abitate da un archetipo che
ci spinge oltre la nostra storia e la nostra realtà geografica e sociale di
donne italiane.
Nel pomeriggio Antonella ci ha accolte con grande calore in
casa sua: una casa focolare al centro di Firenze ma silenziosa, per favorire
quel desiderio di silenzio e relazione che abita Antonella ormai da tanti anni.
Antonella Lumini è una donna di sessant’anni minuta, molto
semplice, umile, con un’energia e una assertività che proviene da un silenzio
vissuto come ascolto, come fonte di sapienza che ci abita ma, spesso, è sopraffatta
dai rumori.
Quella di Antonella è, ai miei occhi, una vita normale:
lavora part time, fa incontri in parrocchia, legge, incontra e accompagna
persone. È una “regola di vita” anche alla mia portata. Ho avuto la conferma
che anche io nella mia quotidianità posso dare credito a questo anelito di
silenzio e spiritualità che sento. È un silenzio sapiente perché mi aiuta a
conoscere il mio vero Sé e mi permette di vivere meglio, con maggiore benessere
e godimento, con me stessa ma anche con gli altri, con il creato, con la
storia.
E’ poco facile tradurre in parole lo scambio avvenuto tra
noi. Rischierei di essere lunga e pedante. Con il Circolo DonneMujeresWomen
stiamo pensando di scrivere qualcosa sul silenzio, come atto generativo per la
nostra epoca; e quindi la conversazione avuta con lei sarà richiamata
senz’altro.
Buon silenzio a tutte…
Cara Patrizia, ho intervistato con grande gioia Antonella Lumini per Avvenire, un po' di tempo fa. Purtroppo a distanza
RispondiEliminahttp://www.avvenire.it/Cultura/Pagine/eremita-nel-caos-della-citta.aspx