Io credo che le tecnologie dell’informazione e della comunicazione, in particolare con l’arrivo di internet negli anni 90, sia un passaggio che fa della nostra epoca un tempo unico. Sono dentro il mondo digitale come cittadina, lo abito per socializzare e per svolgere diligenze e commissioni che prima mi richiedevano operazioni che ora posso fare con un computer, una connessione internet e una carta ricaricabile.
Ho fatto del mondo digitale anche una scelta professionale in un ambito specifico, come la vita religiosa femminile: convinta che siamo figlie e figli di un Dio profondamente comunicativo, ma non arrogante. Se non avesse avuto una grande fiducia nelle sue creature, non avrebbe lasciato che altre e altri scrivessero dell’esperienza umana di Gesù.
Io sento che fare comunicazione è entrare un po’ in questa fatica di Dio di avvicinare le persone, toccarle nel cuore e farle innamorare sempre più dell’umanità, con tutte le sue contraddizioni.
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