Intervista a Suor Pina Riccieri, suora paolina, formatrice e autrice di testi sulla formazione e comunicazione digitale
“La Rete è uno spazio di libertà e di responsabilità: è
necessario formare ai media attraverso i media per favorire la crescita delle
persone attraverso modalità collaborative e cooperative...”
Il mondo digitale è ormai una realtà consolidata. È un nuovo
spazio da abitare, di cui è necessario apprendere il linguaggio e le regole per
socializzare. È digitale, non virtuale, ci ricorda suor Pina Riccieri più
volte. È una realtà tremendamente concreta per molti e molte e che incide sulla
nostra vita off line.
Questo vale anche per la vita religiosa: donne e uomini,
presenti nel web per incontrare le persone e evangelizzare; sollecitati dal
Papa e dai media vaticani, ad abitare con consapevolezza il nuovo spazio
digitale. I sentimenti dei consacrati e delle consacrate verso il web 2.0
oscillano dal rifiuto e paura (perché, di fatto, non si conosce e quindi
l'atteggiamento è pregiudiziale) a una presenza significativa, quasi a giungere
a forme di dipendenza che incidono sulla vita della persona e della comunità
alla quale appartengono.
“Un’attenzione particolare la merita il fattore tempo,
una delle categorie in cui l’essere umano si definisce nella sua identità. Qua
e là si fa strada l’opinione che molti religiosi e religiose “sprecano” del
tempo nel navigare o meglio fanno un uso esagerato della rete, disperdendo
energie preziose per la missione specifica. Per
una fruizione corretta dei media occorre un dosaggio equilibrato dei tempi on
line e off line, un'accorta valutazione dei luoghi in cui connettersi, il
mantenere gli spazi personali per non estromettere il silenzio interiore e la
riflessività dal proprio quotidiano e, soprattutto, l’attivazione di una
coscienza critica per non rischiare di smarrirsi nel seducente metamondo.” afferma suor Pina Riccieri.
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