martedì 23 giugno 2015

La Bellezza della Vita consacrata



Di cosa ci parla oggi la scelta della Vita consacrata? Cosa dice alle donne e agli uomini di oggi?

La Bellezza è il tema scelto dal nostro Circolo Donne come fils rouge per quest'anno sociale di incontri e iniziative. Lo abbiamo scelto a livello personale ma anche comunitario. La storia ci interpella a scorgere e a “scrutare”[1] la bellezza e, dalla storia, prendiamo spunti: il 2015 è l'Anno che Papa Francesco, sollecitato dalla Congregazione per la Vita consacrata e le Società di Vita apostolica (CIVCSVA), ha voluto “consacrare” al tema della Vita consacrata.
Ci arriva un messaggio di bellezza da questo spazio, da quest'opzione di vita? Ciascuno e ciascuna, potrà rispondere secondo la propria esperienza e sarebbero risposte molto diverse le une dalle altre. Io credo che in questa scelta che profuma di consacrazione a qualcosa di alto, di profondo, di intenso e di radicale abiti una bellezza incarnata nell'umanità, con tutti i limiti e le risorse che questo comporta. Negli ultimi anni siamo venuti a conoscenza di tante ferite dentro la Chiesa cattolica, ma questo non toglie che, in luoghi feriti dalla violenza, i religiosi e le religiose rappresentano una presenza nuda e disarmata per l'umanità che ha sete di speranza e di Buone Notizie.  
         
Come sottolinea Papa Francesco nella sua lettera ai Consacrati[2],  l'Anno della Vita consacrata (VC) è un anno dedicato anche a noi, laiche e laici che condividiamo la missione con loro nelle diverse modalità. Mi convinco sempre più che, senza togliere nulla alla scelta di consacrazione, abbiamo tante cose in comune, soprattutto noi donne, laiche e religiose: ci abita un desiderio profondo di incontrare l'umanità in modo autentico, profondo; convinte che la violenza e la sopraffazione non debbano mai avere l'ultima parola.
            Durante un incontro sulla Spiritualità della Bellezza, incontriamo la teologa domenicana Antonietta Potente, con la quale ci interroghiamo sul senso che assume oggi questa scelta di consacrazione; sul come nutrire una collaborazione tutta al femminile per una partecipazione più consapevole delle donne, religiose e laiche, nella Chiesa cattolica.

Come ti senti dentro questo evento dedicato alla Vita consacrata?
            Mi colpisce sempre questo spezzettamento che facciamo nella Chiesa: abbiamo avuto l'anno dell'Eucarestia, dei Sacerdoti... Mi sembra che riporti sempre un po' l'attenzione su di noi come se fossimo qualcosa di diverso dalla realtà. Vorrei vivere questo evento come una riflessione autocritica, senza darci tanta importanza; un'autocritica stando dentro questo processo storico. Siamo persone che avevamo sostenuto delle scelte e quindi autocritichiamoci: dove stiamo dentro a questa realtà e a questo momento storico?
In tutta questa dispersione politica, sociale, in  questo anonimato generalizzato esiste la vita nonostante tutto. E questa è la cosa bella.             Di questi due elementi “vita e consacrata”, per me quello che vale di più è vita, il secondo è legato al primo, non è qualcosa di appiccicato sopra. Quindi la domanda è: in questo momento storico, come ci stiamo nella vita? Nella vita personale, ma anche sociale e cosmica: come consacrati, da che parte stiamo in questa vita complessa?
           
Si parla di ritornare alle radici, alle fonti originarie: cosa ti evoca questo invito?
            Secoondo me ha senso se significa, non ritornare allo specifico del mio fondatore/fondatrice, ma recuperare un po' l'immaginario originale e originante della VC: come siamo nati? Da quale intuizione? Non ritornare alle fonti come se il passato fosse stato perfetto, bello e  giusto; ma tornerei alla sapienza, alla sapienzialità della vita. La vita religiosa è nata nel deserto, non solo come monachesimo: prima di questo c'è stata una scelta laica. Dobbiamo ritornare a questa laicità della Vita religiosa e non alla sacerdotalità. Tornare alle fonti per me vuol dire tornare alla profondità, non per fare storia, ma per recuperare la profondità.
            Per tornare alle fonti il mio criterio è la sapienza, cosa serve per vivere e vivere bene? Ritornare a un essenziale che è per tutti, non solo per noi consacrati/e.

Sembra una scelta poco popolare oggi: ha ancora senso parlare di consacrazione?
            Magari fosse una scelta impopolare! Sarebbe dovuta rimanere una scelta impopolare! Anche nella storia biblica la famosa vocazione non è il “mucchio” al quale invece ci eravamo abituati. Oggi è impopolare come scelta, ma anche per la laicità è impopolare riaffezionarsi alla vita, avere una fiducia rinnovata nei confronti dell'umano.
L'umano si inventa sempre un altro modo per abitare la realtà,  invece noi lo abbiamo costretto a conformarsi sempre allo stesso modello; oggi la storia ci dice che non ha senso continuare come prima. Ritorno a sottolineare che l'importante è la vita e che, se un gruppo vuole coltivare la vita, lo deve fare. Ma questo riguarda tutti, non solo i consacrati/e.
            Dobbiamo lasciare andare tutto il rivestimento di questa scelta (di consacrazione, ndr), ogni secolo l'ha rivestita di un pezzetto. Oggi, in questa società, dove i bisogni devono essere sempre più individuati puntualmente, non si può più barare, perché l'immaginario della società è adulto, non è più la società medievale dove bastava parlare del divino. Oggi c'è una sensibilità sul divino ma non è quella di prima, quindi questa scelta avrà senso se sarà capace di essenzialità, che non riguarda solo il voto di povertà, ma di una spiritualità essenziale, un modo da stare nella storia più essenziale, più laico. Non ci serve di coprirci sempre di più di aspetti che forse prima ci giustificavano. Oggi le opere non ci giustificano più, non ha senso mantenere degli imperi; a me sembra sia il momento per arrivare all'essenzialità. Inoltre, credo che la psicologia umana oggi non richiede più quello stile, l'umanità non ha bisogno di quei luoghi di individuazione, anche se c'è ancora un'umanità infantile (ricerca di sicurezze, ad esempio).

Esiste uno specifico della Vita consacrata?
            Lo specifico per me sta nell'identità della persona. L'identità è stata considerata molto poco sia dalle culture che dalla vita religiosa. Si pensi all'idea di famiglia che non coltivava affatto la specificità e l'identità della donna, essendo costruita solo su parametri patriarcali e maschilisti!           
            Un carisma è certamente specifico, io sono domenicana e non di altre spiritualità; però deve essere consono alla mia psicologia. Se a me non mi piacesse lo studio e la condivisone delle idee in un certo modo, probabilmente dovrei trovare posto in un altro tipo di carisma. Io, donna, ho fatto delle scelte affettivamente che non avrei potuto fare se avessi un compagno o una compagna, sono scelte particolari che richedono una psicologia particolare.
            Lo specifico non sta nel fatto che noi siamo importanti, e lo siamo più dei laici: è importante tutto in accordo con le scelte. A livello biblico cito sempre l'Apocalisse capitolo due, dove si parla della pietrina bianca dove è scritto il nome, e lo conosce solo Dio e la persona che lo riceve, questo è lo specifico: io, Antonietta, con le mie caratteristiche psicologiche, con la mia storia e con un'intuizione che seguo con altre persone... Ognuno segue la sua. Non deve esserci una lotta per lo specifico, ma per lavorare insieme al di là di tutta la retorica della collaborazione dei laici.

Come abitare oggi i consigli evangelici di povertà, obbedienza e castità in questo nostro contesto storico?
            Sono più che consigli, sono urgenze dell'umano al di là della vita consacrata. Chi ha passione per questo umano, cerca le vie per rispondere a queste urgenze, sintetizzate nei tre voti. Ci si domanda se devono essercene altri o solo uno, come è in certe spiritualità. Dipende anche dai contesti storici: all'epoca, quando si sono inseriti, tra l'altro molti secoli dopo la nascita della Vita religiosa, non si è parlato di un legame con la creazione, perché probabilmente non era un'urgenza, ma in certi contesti, oggi,  questo sarebbe un quarto voto. I voti sono la scoperta di un legame concreto con urgenze storiche dell'umanità e del cosmo; con i consigli scegli uno stile di vita, che certamente non è l'unico.
            I voti li possono vivere tutti, perché è uno stile di relazione e di preoccupazione con le persone, con la società, con le cose, con il cosmo; è uno stile di partecipazione che ha a che vedere con il maltrattato voto di obbedienza, per stimolare il gusto della partecipazione in ogni persona. Nascono da una condivisone di un desiderio e da un urgenza molto grande, per cercare uno stile comune, che ognuno poi lo può vivere con un compagno o con una comunità.

Come la vita consacrata femminile può contribuire a questa riflessione? Le donne nella Chiesa sono più numerose, ma la loro rilevanza è ancora molto secondaria.
            Come donne abbiamo fatto diverse lotte, ma dobbiamo andare oltre il fatto di occupare i posti degli uomini. Molte donne lo spazio se lo sono preso, anche quando non gli veniva dato. Dobbiamo trovare delle strategie di governo femminile che devono essere totalmente diverse da come abbiamo strutturato la società del diritto e dell'economia fino ad ora.
            Dobbiamo trovare strategie per rifare la storia, indipendentemente dal riconoscimento o meno che ci viene dato, dobbiamo usare le nostre energie per trovare strategie di sopravvivenza differenti, che è poi ciò che le donne nella storia hanno sempre fatto.
Noi dobbiamo lavorare insieme per trovare queste strategie di vita sociale e, nello stesso tempo, vigilare perché i maschi la smettano di governare il mondo in questo modo e fare attenzione che le donne non assumano gli stessi comportamenti dei maschi.
             Il discorso delle quote è passato: ma il problema ora è come ci stiamo lì. Con che coscienza? Come donna, non è possibile pensare di poter vivere tranquilla quando ti sei sistemata, non è coerente con la nostra passione profonda per i dettagli e la vita che ci appartiene come donne.
            Dobbiamo dedicare più tempo a questo stare insieme tra donne e cercare strategie esistenziali, non ci concentriamo solo su quelle sociali, quelle esistenziali sono le più forti e le più importanti. Spesso nella VC non si è tenuto molto conto delle strategie esistenziali delle persone, perché più preoccupate di una spiritualità esteriore, fatta di gesti, di segni. Oggi credo che la VC femminile deve lavorare con altre donne. Ci pensi tante donne insieme, che potenza? Sai che forza di strategie e sopravvivenza ci sarebbe? Questa sarebbe stata la forza dei monasteri e dei conventi se ne avessimo avuto la consapevolezza!

Dove sta la bellezza nella Vita Consacrata?
            La risposta è personale. A me affascina, è una forma alternativa di vita, uno stile per liberarsi da tante cose che non sono importanti come pensiamo. C'è la bellezza della liberazione come scelta esistenziale. È una scelta esistenziale spinta da un grande desiderio, un'esperienza del vivere, una passione per la profondità, senza troppi attaccamenti; passione per la profondità non solo nel proprio essere ma in tutto ciò che c'è intorno. 
            Mi dicono che non parlo mai di Gesù. Io sono convinta che si può parlare del msitero e dell'invisibile proprio con questo stile di vita liberato, e farlo in una storia in cui siamo tanto appesantiti dal visibile. È questo ciò che voglio far risaltare: l'invisibile nei diversi contesti. La VC è nata dal discepolato di questo personaggio, Gesù, appasionato dell'invisibile.

Patrizia Morgante

Bibliografia di Antonietta Potente
La religiosità della vita, Icone, Roma 2003
Non è tempo di trattare con Dio affari di poco conto, Romena, Pratovecchio 2003
Molta gioia. La spiritualità domenicana come stile di vita quotidiana, Icone, Roma 2005
La fede. Semplicemente appoggiarsi alla profondità della vita, Icone, Roma 2006
Semplicemente vivere, Romena, Pratovecchio 2006
Qualcuno continua a gridare. Per una mistica politica, La meridiana, Molfetta 2008
Un bene fragile. Riflessioni sull'etica, Mondadori, Milano 2011
Umano più umano, Piagge, Firenze 2013
È vita ed è religiosa. Una vita religiosa per tutti, Paoline, Milano 2015


[1]    “Scrutate” è il titolo della seconda lettera che la Congregazione per la VC ha pubblicato, dopo la prima dal titolo “Rallegratevi”. Possono essere scaricate dal sito del Vaticano nella pagina della CIVCSVA (www.vatican.va)
[2]    Lettera di Papa Francesco in occasione dell'apertura dell'Anno della VC il 30/11/2014

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