Di cosa ci parla oggi la scelta della Vita consacrata? Cosa
dice alle donne e agli uomini di oggi?
La Bellezza
è il tema scelto dal nostro Circolo Donne come fils rouge per quest'anno
sociale di incontri e iniziative. Lo abbiamo scelto a livello personale ma
anche comunitario. La storia ci interpella a scorgere e a “scrutare”[1]
la bellezza e, dalla storia, prendiamo spunti: il 2015 è l'Anno che Papa
Francesco, sollecitato dalla Congregazione per la Vita consacrata e le Società
di Vita apostolica (CIVCSVA), ha voluto “consacrare” al tema della Vita
consacrata.
Ci arriva un messaggio di bellezza da questo spazio, da
quest'opzione di vita? Ciascuno e ciascuna, potrà rispondere secondo la propria
esperienza e sarebbero risposte molto diverse le une dalle altre. Io credo che
in questa scelta che profuma di consacrazione a qualcosa di alto, di profondo,
di intenso e di radicale abiti una bellezza incarnata nell'umanità, con tutti i
limiti e le risorse che questo comporta. Negli ultimi anni siamo venuti a
conoscenza di tante ferite dentro la Chiesa cattolica, ma questo non toglie che,
in luoghi feriti dalla violenza, i religiosi e le religiose rappresentano una
presenza nuda e disarmata per l'umanità che ha sete di speranza e di Buone Notizie.
Come sottolinea Papa Francesco nella sua lettera ai
Consacrati[2], l'Anno della Vita consacrata (VC) è un anno
dedicato anche a noi, laiche e laici che condividiamo la missione con loro
nelle diverse modalità. Mi convinco sempre più che, senza togliere nulla alla
scelta di consacrazione, abbiamo tante cose in comune, soprattutto noi donne,
laiche e religiose: ci abita un desiderio profondo di incontrare l'umanità in
modo autentico, profondo; convinte che la violenza e la sopraffazione non debbano
mai avere l'ultima parola.
Durante un
incontro sulla Spiritualità della Bellezza, incontriamo la teologa domenicana
Antonietta Potente, con la quale ci interroghiamo sul senso che assume oggi
questa scelta di consacrazione; sul come nutrire una collaborazione tutta al
femminile per una partecipazione più consapevole delle donne, religiose e
laiche, nella Chiesa cattolica.
Come ti senti dentro questo evento dedicato alla Vita
consacrata?
Mi colpisce
sempre questo spezzettamento che facciamo nella Chiesa: abbiamo avuto l'anno
dell'Eucarestia, dei Sacerdoti... Mi sembra che riporti sempre un po'
l'attenzione su di noi come se fossimo qualcosa di diverso dalla realtà. Vorrei
vivere questo evento come una riflessione autocritica, senza darci tanta
importanza; un'autocritica stando dentro questo processo storico. Siamo persone
che avevamo sostenuto delle scelte e quindi autocritichiamoci: dove stiamo
dentro a questa realtà e a questo momento storico?
In tutta questa dispersione politica, sociale, in questo anonimato generalizzato esiste la vita
nonostante tutto. E questa è la cosa bella. Di
questi due elementi “vita e consacrata”, per me quello che vale di più è vita,
il secondo è legato al primo, non è qualcosa di appiccicato sopra. Quindi la
domanda è: in questo momento storico, come ci stiamo nella vita? Nella vita
personale, ma anche sociale e cosmica: come consacrati, da che parte stiamo in
questa vita complessa?
Si parla di ritornare alle radici, alle fonti originarie:
cosa ti evoca questo invito?
Secoondo me
ha senso se significa, non ritornare allo specifico del mio
fondatore/fondatrice, ma recuperare un po' l'immaginario originale e originante
della VC: come siamo nati? Da quale intuizione? Non ritornare alle fonti come
se il passato fosse stato perfetto, bello e
giusto; ma tornerei alla sapienza, alla sapienzialità della vita. La
vita religiosa è nata nel deserto, non solo come monachesimo: prima di questo
c'è stata una scelta laica. Dobbiamo ritornare a questa laicità della Vita
religiosa e non alla sacerdotalità. Tornare alle fonti per me vuol dire tornare
alla profondità, non per fare storia, ma per recuperare la profondità.
Per tornare
alle fonti il mio criterio è la sapienza, cosa serve per vivere e vivere bene?
Ritornare a un essenziale che è per tutti, non solo per noi consacrati/e.
Sembra una scelta poco popolare oggi: ha ancora senso
parlare di consacrazione?
Magari
fosse una scelta impopolare! Sarebbe dovuta rimanere una scelta impopolare!
Anche nella storia biblica la famosa vocazione non è il “mucchio” al quale
invece ci eravamo abituati. Oggi è impopolare come scelta, ma anche per la
laicità è impopolare riaffezionarsi alla vita, avere una fiducia rinnovata nei
confronti dell'umano.
L'umano si inventa sempre un altro modo per abitare la
realtà, invece noi lo abbiamo costretto
a conformarsi sempre allo stesso modello; oggi la storia ci dice che non ha
senso continuare come prima. Ritorno a sottolineare che l'importante è la vita
e che, se un gruppo vuole coltivare la vita, lo deve fare. Ma questo riguarda
tutti, non solo i consacrati/e.
Dobbiamo
lasciare andare tutto il rivestimento di questa scelta (di consacrazione, ndr),
ogni secolo l'ha rivestita di un pezzetto. Oggi, in questa società, dove i
bisogni devono essere sempre più individuati puntualmente, non si può più
barare, perché l'immaginario della società è adulto, non è più la società
medievale dove bastava parlare del divino. Oggi c'è una sensibilità sul divino
ma non è quella di prima, quindi questa scelta avrà senso se sarà capace di
essenzialità, che non riguarda solo il voto di povertà, ma di una spiritualità
essenziale, un modo da stare nella storia più essenziale, più laico. Non ci
serve di coprirci sempre di più di aspetti che forse prima ci giustificavano.
Oggi le opere non ci giustificano più, non ha senso mantenere degli imperi; a
me sembra sia il momento per arrivare all'essenzialità. Inoltre, credo che la
psicologia umana oggi non richiede più quello stile, l'umanità non ha bisogno
di quei luoghi di individuazione, anche se c'è ancora un'umanità infantile
(ricerca di sicurezze, ad esempio).
Esiste uno specifico della Vita consacrata?
Lo
specifico per me sta nell'identità della persona. L'identità è stata
considerata molto poco sia dalle culture che dalla vita religiosa. Si pensi
all'idea di famiglia che non coltivava affatto la specificità e l'identità
della donna, essendo costruita solo su parametri patriarcali e maschilisti!
Un carisma
è certamente specifico, io sono domenicana e non di altre spiritualità; però
deve essere consono alla mia psicologia. Se a me non mi piacesse lo studio e la
condivisone delle idee in un certo modo, probabilmente dovrei trovare posto in
un altro tipo di carisma. Io, donna, ho fatto delle scelte affettivamente che
non avrei potuto fare se avessi un compagno o una compagna, sono scelte
particolari che richedono una psicologia particolare.
Lo
specifico non sta nel fatto che noi siamo importanti, e lo siamo più dei laici:
è importante tutto in accordo con le scelte. A livello biblico cito sempre
l'Apocalisse capitolo due, dove si parla della pietrina bianca dove è scritto
il nome, e lo conosce solo Dio e la persona che lo riceve, questo è lo
specifico: io, Antonietta, con le mie caratteristiche psicologiche, con la mia
storia e con un'intuizione che seguo con altre persone... Ognuno segue la sua.
Non deve esserci una lotta per lo specifico, ma per lavorare insieme al di là
di tutta la retorica della collaborazione dei laici.
Come abitare oggi i consigli evangelici di povertà, obbedienza
e castità in questo nostro contesto storico?
Sono più
che consigli, sono urgenze dell'umano al di là della vita consacrata. Chi ha
passione per questo umano, cerca le vie per rispondere a queste urgenze,
sintetizzate nei tre voti. Ci si domanda se devono essercene altri o solo uno,
come è in certe spiritualità. Dipende anche dai contesti storici: all'epoca,
quando si sono inseriti, tra l'altro molti secoli dopo la nascita della Vita
religiosa, non si è parlato di un legame con la creazione, perché probabilmente
non era un'urgenza, ma in certi contesti, oggi,
questo sarebbe un quarto voto. I voti sono la scoperta di un legame
concreto con urgenze storiche dell'umanità e del cosmo; con i consigli scegli
uno stile di vita, che certamente non è l'unico.
I voti li
possono vivere tutti, perché è uno stile di relazione e di preoccupazione con
le persone, con la società, con le cose, con il cosmo; è uno stile di
partecipazione che ha a che vedere con il maltrattato voto di obbedienza, per
stimolare il gusto della partecipazione in ogni persona. Nascono da una
condivisone di un desiderio e da un urgenza molto grande, per cercare uno stile
comune, che ognuno poi lo può vivere con un compagno o con una comunità.
Come la vita consacrata femminile può contribuire a questa
riflessione? Le donne nella Chiesa sono più numerose, ma la loro rilevanza è
ancora molto secondaria.
Come donne abbiamo
fatto diverse lotte, ma dobbiamo andare oltre il fatto di occupare i posti
degli uomini. Molte donne lo spazio se lo sono preso, anche quando non gli
veniva dato. Dobbiamo trovare delle strategie di governo femminile che devono
essere totalmente diverse da come abbiamo strutturato la società del diritto e
dell'economia fino ad ora.
Dobbiamo
trovare strategie per rifare la storia, indipendentemente dal riconoscimento o
meno che ci viene dato, dobbiamo usare le nostre energie per trovare strategie
di sopravvivenza differenti, che è poi ciò che le donne nella storia hanno
sempre fatto.
Noi dobbiamo lavorare insieme per trovare queste strategie
di vita sociale e, nello stesso tempo, vigilare perché i maschi la smettano di
governare il mondo in questo modo e fare attenzione che le donne non assumano
gli stessi comportamenti dei maschi.
Il discorso delle quote è passato: ma il problema
ora è come ci stiamo lì. Con che coscienza? Come donna, non è possibile pensare
di poter vivere tranquilla quando ti sei sistemata, non è coerente con la
nostra passione profonda per i dettagli e la vita che ci appartiene come donne.
Dobbiamo
dedicare più tempo a questo stare insieme tra donne e cercare strategie
esistenziali, non ci concentriamo solo su quelle sociali, quelle esistenziali
sono le più forti e le più importanti. Spesso nella VC non si è tenuto molto
conto delle strategie esistenziali delle persone, perché più preoccupate di una
spiritualità esteriore, fatta di gesti, di segni. Oggi credo che la VC
femminile deve lavorare con altre donne. Ci pensi tante donne insieme, che
potenza? Sai che forza di strategie e sopravvivenza ci sarebbe? Questa sarebbe
stata la forza dei monasteri e dei conventi se ne avessimo avuto la
consapevolezza!
Dove sta la bellezza nella Vita Consacrata?
La risposta
è personale. A me affascina, è una forma alternativa di vita, uno stile per
liberarsi da tante cose che non sono importanti come pensiamo. C'è la bellezza
della liberazione come scelta esistenziale. È una scelta esistenziale spinta da
un grande desiderio, un'esperienza del vivere, una passione per la profondità,
senza troppi attaccamenti; passione per la profondità non solo nel proprio
essere ma in tutto ciò che c'è intorno.
Mi dicono
che non parlo mai di Gesù. Io sono convinta che si può parlare del msitero e
dell'invisibile proprio con questo stile di vita liberato, e farlo in una
storia in cui siamo tanto appesantiti dal visibile. È questo ciò che voglio far
risaltare: l'invisibile nei diversi contesti. La VC è nata dal discepolato di
questo personaggio, Gesù, appasionato dell'invisibile.
Patrizia Morgante
Bibliografia di Antonietta Potente
La religiosità della vita, Icone, Roma 2003
Non è tempo di trattare con Dio affari di poco conto,
Romena, Pratovecchio 2003
Molta gioia. La spiritualità domenicana come stile di vita
quotidiana, Icone, Roma 2005
La fede. Semplicemente appoggiarsi alla profondità della
vita, Icone, Roma 2006
Semplicemente vivere, Romena, Pratovecchio 2006
Qualcuno continua a gridare. Per una mistica politica, La
meridiana, Molfetta 2008
Un bene fragile. Riflessioni sull'etica, Mondadori, Milano
2011
Umano più umano, Piagge, Firenze 2013
È vita ed è religiosa. Una vita religiosa per tutti,
Paoline, Milano 2015
[1] “Scrutate” è il titolo della seconda lettera
che la Congregazione per la VC ha pubblicato, dopo la prima dal titolo
“Rallegratevi”. Possono essere scaricate dal sito del Vaticano nella pagina
della CIVCSVA (www.vatican.va)
[2] Lettera di Papa Francesco in occasione
dell'apertura dell'Anno della VC il 30/11/2014
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