lunedì 28 gennaio 2019

#GMCCSS2019 Cosa possiamo imparare dalla rete per costruire comunità?



“Siamo membra gli uni degli altri” (Ef 4,25). 
Dalle social network communities alla comunità umana

Il 24 gennaio, giorno in cui si ricorda San Francesco di Sales, patrono dei giornalisti, Papa Francesco ha reso pubblico il suo annuale messaggio per la Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali che, quest’anno, ci celebrerà il 2 giugno 2019. Il tema scelto già a settembre 2018 recita così “Dalle social network communities alla comunità umana”.

Desidero condividere alcune riflessioni che la lettura delle parole di Papa Francesco mi ha provocato. Oggi il ruolo che la comunicazione sociale gioca è molto importante e non si può essere analfabeti: il digitale ci circonda come un vero e proprio continente e ci abita, come un tessuto connettivo, una seconda pelle (talvolta non solo metaforicamente); e la sua cultura permea la nostra società globale.


La Chiesa ha sempre avuto una posizione ‘sì ai mezzi di comunicazione, ma…’: nella prima parte è racchiusa tutta la lungimiranza nella storia della Chiesa nell’uso dei mezzi di comunicazione, dalla radio alla carta stampata, per rendere il suo messaggio significativo per chiunque; il coraggio profetico di fondare, in tempi non sospetti, canali e testate cattoliche.
Nel ‘ma’ si coglie quella preoccupazione etica ed educativa che contraddistingue il lavoro culturale della Chiesa: quali rischi ci presenta il digitale? quali prospettive si aprono con l’intelligenza artificiale? qual è il ruolo educativo verso le nuove generazioni in questo ambito? come formare cittadini digitali consapevoli e saggi? come fare missione e pastorale digitale?

In questo messaggio Papa Francesco esalta la rete come modalità di comunicazione, di relazione, di interazione; ne mette in rilievo gli aspetti di partecipazione, di orizzontalità, di accesso al sapere.
Fa un passaggio che trovo profetico, quando dice “la metafora della rete richiama un’altra figura densa di significati: quella della comunità. Una comunità è tanto più forte quanto più è coesa e solidale, animata da sentimenti di fiducia e persegue obiettivi condivisi. La comunità come rete solidale richiede l’ascolto reciproco e il dialogo, basato sull’uso responsabile del linguaggio.”

Nella vita religiosa inserita nella società post-moderna, la comunità è una delle debolezza più forti e motivo di abbandoni della vita consacrata.
Allora, seguendo questa intuizione di Papa Francesco: cosa possiamo imparare dalla rete per costruire comunità? Comunità che siano generative, che portino vita ai suoi membri e a chi le avvicina, che siano luoghi di condivisione, di scambio, di partecipazione; spazi umani dove ognuno si senta a casa e legittimato a esprimere il suo vissuto e la sua opinione.

La rete è fatta di nodi, ponti, connessioni distribuiti e vissuti su un piano orizzontale; ogni nodo partecipa e questo, naturalmente, espone al rischio che non tutto ciò che circola corrisponde al vero o è frutto di discernimento.

Papa Francesco prosegue affermando che l’esempio di rete, e di comunità, più aderente al sogno di Dio è quello del corpo e delle sue membra. “Siamo membra gli uni degli altri” (Ef 4,25). 

E questo, di nuovo, apre a una consapevolezza che, pur nella nostra individualità, siamo tutti connessi e inseriti in una dinamica relazionale che include l’altro, non come mero oggetto, ma come soggetto. Il volto dell’altro mi ricorda i miei limiti, mi rende consapevole che la mia individualità è pur sempre relazionale.

Sento che questa corrispondenza dialogica tra rete e comunità ci porta a un impegno sempre più forte della Chiesa e della vita religiosa nella comunicazione: imparando le risorse della rete e educandone le storture, gli eccessi con la sapienza profonda del Vangelo.

“È chiaro che non basta moltiplicare le connessioni perché aumenti anche la comprensione reciproca. Come ritrovare, dunque, la vera identità comunitaria nella consapevolezza della responsabilità che abbiamo gli uni verso gli altri anche nella rete online?”

Patrizia Morgante
Responsabile della Comunicazione della UISG – Unione Internazionale Superiore Generali

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