domenica 28 aprile 2019

Contro la cultura dell'abuso

Sto leggendo questo libro dopo aver conosciuto Anna e dopo aver letto tanti articoli negli ultimi mesi su questo tema. Ogni tanto devo interrompere la lettura per la rabbia che sento nascermi dentro, per il peso che sento come cattolica per aver contribuito, con il mio silenzio e ingenuità, al protrarsi di una cultura dell'abuso e del nascondimento per salvare le apparenze. 


E' da quando sono adolescente e attiva in parrocchia che combatto una morale ipocrita e troppo rigida; convinta che nascondeva una paura personale di non saper gestire le emozioni e l'affettività. Come dice Anna nel libro, citando un'altra persona, "l'essere umano è fatto per amare"; se non si impara a gestire l'affettività e il bisogno di dare e ricevere amore, si possono fare tantissimi danni e provocare tanto dolore, a se stessi e agli altri

Leggere le storie di quelle donne tocca la mia femminilità nel profondo, la mia anima e il mio corpo come donna e mi chiedo perché noi donne subiamo tanti abusi solo per il fatto di essere donne? Sto pensando ora a tutto ciò che posso fare, personalmente e professionalmente, perché questo accada sempre meno. 

E una delle risposte è lavorare per il nostro empowerment come donne, consapevoli del nostro potere da usare non sopra gli altri ma con gli altri, nel rispetto di confini e limiti che la dignità umana pone a ciascuno di noi, indipendentemente dal nostro ruolo e ricchezza.

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