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martedì 31 agosto 2021

Per una pedagogia sinodale nella nostra Chiesa


La sinodalità è più di un metodo democratico per prendere decisioni. È uno stile che è nel DNA del cristiano.

Con questa proposta preparatoria Papa Francesco ci insegna una pedagogia del pensare, pregare e discernere insieme. A mio avviso una vera rivoluzione di prospettiva. Siamo abituati, per aver ereditato un modello di Chiesa molto clericale e gerarchico, a uno stile dove ci viene presentato il risultato di consultazioni e riflessioni fatte all’interno dei Dicasteri e delle Commissioni preposte. Non siamo abituati a percorrere insieme cammini accidentati di approfondimento per arrivare, con metodo, a dei risultati condivisi.

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sabato 13 marzo 2021

Io e lui, il Covid19


Quando ho avuto conferma che fosse dentro di me, è stato quasi naturale rivolgergli un messaggio ‘Ti prego non accanirti sul mio corpo’. 

Mi sento fortunata e benedetta: nonostante i sintomi vari, è stato sopportabile.

Quella strana sensazione di sentire che puoi fare del male ad altre persone, perché il tuo corpo è contaminato. Non l’avevo mai provata.


Si è vero, avere il Covid ti cambia. Ti fa riflettere su tante cose. Quel soffio di respiro che è la tua vita e che, lui, può cambiare o gestire. Forse è retorico, ma è vero che riconsideri le cose essenziali della tua vita.


Ieri, leggere ‘non rilevato’ sul referto, mi ha fatto scoppiare il corpo e l’anima di gioia, di vita libera. Si, perché la libertà è la prima cosa che ti manca. 


Potrei scrivere tanto su come questo tempo, aggiunto a tutto l’anno trascorso, ha toccato la mia anima. Altre cose dovrò ancora scoprirle. Ma sono certa che voglio rimanere ancorata alle poche cose che contano per me. Perché sono queste che mi danno vita e mi fanno sentire una donna libera e completa.


Sentire che un virus può avere potere sul tuo corpo, rende morbido il senso di onnipotenza e bisogno di controllo che mi abitano. Cosa puoi realmente fare? 

Ho imparato una sapiente obbedienza alla vita, al suo mistero. Può che combatterla, la accompagno con il cuore aperto, in attesa della bellezza che c’è, ne sono certa.

Forse sono stanca di cercare cose che non troverò. Forse voglio solo volere le cose che già sono qui, e goderne. Profondamente.

giovedì 24 dicembre 2020

sabato 30 maggio 2020

Recensione "Lo sconosciuto accanto" di Tiziano Tosolini

25 storie di conversine in Giappone

Perché ci si converte? 
Perché manca qualcosa, perché sentiamo l’assenza di un senso che ci proietta oltre noi stessi. Perché ci sentiamo ‘affaticati e oppressi’ e la fede ci sostiene. Nella Bibbia queste persone hanno trovato la parola che le ha sanate e ‘convertite’.

domenica 1 marzo 2020

Esiste una questiona maschile nella nostra Chiesa

Buona domenica. Ho aspettato a dire la mia parola su Querida Amazonia. In particolare sugli articoli 99-103 su La forza e il dono delle donne. Leggendoli sentivo un disagio a cui non sapevo dare un nome. Non avrei voluto degli articoli dedicati a noi, perché la sento come una trappola. Ci dicono cose belle di noi con la speranza che nulla cambi.

sabato 29 febbraio 2020

Siamo sicure che Dio parla uomo?

Ieri sono stata all'Ambasciata di Francia presso la Santa Sede (l'Ambasciatrice è una donna!) per ascoltare la teologa Anne-Marie Pelletier. E' vero che ci piacciono le persone che confermano le nostre opinioni e francamente è ciò che ho provato ieri, perché talvolta ci si sente poco supportate. Faccio eco di ciò che mi ha colpito e che penso profondamente: La chiesa maschile ha un serio problema con la sessualità. Nei secoli si sono fatti discorsi pseudo-teologici proprio per tenere le donne escluse.

domenica 28 aprile 2019

Contro la cultura dell'abuso

Sto leggendo questo libro dopo aver conosciuto Anna e dopo aver letto tanti articoli negli ultimi mesi su questo tema. Ogni tanto devo interrompere la lettura per la rabbia che sento nascermi dentro, per il peso che sento come cattolica per aver contribuito, con il mio silenzio e ingenuità, al protrarsi di una cultura dell'abuso e del nascondimento per salvare le apparenze. 

sabato 6 aprile 2019

Document Human Fraternity


The theme comes up again and again. Finally I bought a copy of the Document Human Fraternity (I could not enjoy it digitally, I need it in paper).

I am going through the first pages and I feel at home. I strongly think we are one family; I am not naive; I am aware there are differences that are very difficult to heal, to reconcile.

domenica 20 gennaio 2019

Perché abbiamo paura della rabbia?

Sento e vedo che in diversi ambienti, soprattutto quelli cattolici, si ha come paura e timore della rabbia, delle sue espressioni, della sua energia.
Mi trovo a sentire frasi come "Nonostante quello che ha vissuto ha raccontato la sua storia senza rabbia", "Non ha parlato con rancore o risentimento". Bene, vuol dire che la persona è riuscita a fare un percorso elaborativo.

Se qualcuno racconta la sua ingiustizia con passione e esprime la propria rabbia, incontriamo più difficoltà ad accoglierne le paure, ci difendiamo, consideriamo meno degno di nota un racconto di rabbia.

domenica 16 settembre 2018

Addio secolo dei diritti umani

Ascoltando le difficoltà e le frustrazioni di alcuni miei familiari circa la loro realtà lavorativa, mi domando: 'come siamo potuti passare dai secoli delle lotte e delle conquiste dei diritti umani al tempo della precarietà e vulnerabilità'?

Cosa è andato storto? Dove, cittadini e istituzioni, abbiamo sbagliato? Oggi parlare di Diritti del lavoratore sembra una bestemmia: come se garantire uno stipendio degno e che consenta di fare un 'progetto' a lungo termine, sia un ostacolo al buon nome di un'azienda.

domenica 6 novembre 2016

Costruire spazi di senso per la difesa e la promozione dei Diritti Umani

Questa riflessione prende vita qualche giorno dopo la morte dell’ex Presidente Azeglio Ciampi, e impiegare come titolo di questo articolo una sua frase, mi sembra un segno di gratitudine a un uomo che ha saputo camminare con autenticità in questa storia.

Per queste osservazioni che seguono prendo spunto dalla mia partecipazione, in qualità di facilitatrice, al Convegno internazionale sui Diritti Umani promosso dalla Famiglia Domenicana a Salamanca (Spagna), a settembre del 2016. È stato un onore e un grande apprendimento accompagnare nei quattro giorni dell’incontro i 200 partecipanti della Famiglia di San Domenico (suore, frati, laici e laiche, giovani), provenienti da 50 paesi diversi e con impegni molto differenti tra loro nella difesa e nella promozione dei Diritti Umani nel mondo. Lo chiamano “Processo Salamanca” (in memoria dell’impegno di Francisco de Vitoria e altri Domenicani come Montesinos e Las Casas) questo tentativo di far incontrare e lavorare insieme la dimensione intellettuale e di ricerca sui Diritti Umani e la dimensione più operativa, che mobilita risorse concretamente contro le numerose violazioni dei diritti, nei diversi luoghi del mondo. L’Ordine domenicano ha accettato la sfida di voler conciliare testa e mani, cielo e terra, mente e cuore: non è tempo per le frammentazioni, è necessario lavorare in networking per favorire un cambiamento significativo nella società e per creare quell’auspicata trasformazione verso un benessere sempre più inclusivo e allargato.

lunedì 25 aprile 2016

Passione per il mondo: donne e casa comune

"Passione per il mondo: donne e casa comune" è l'evocativo titolo scelto per il Convegno annuale del Coordinamento delle Teologhe ItalianeUn incontro ricco di idee e spunti per riflettere sul femminile, ecologia e religioni. Che contributo può dare la teologia femminile per vivere con pace nella casa comune. Tanti gli spunti dalle diverse voci di donne che si sono succedute durante la giornata: Antonietta Potente, Letizia Tomassone, Cristina Simonelli, Adriana Valerio, Marinella Perroni, Cettina Militello. Noi donne non teologhe ci sentiamo profondamente grate per il lavoro di ricerca e studio svolto dalle teologhe del CTI: noi ci formiamo sui loro testi per arricchire le nostre prospettive sul delicato tema Donne e Chiesa. Sul sito del CTI saranno presto disponibili le relazioni del Convegno: www.teologhe.org

martedì 23 giugno 2015

All'anima della crisi!



“L'arte delle domande, l'arte delle storie, l'arte delle mani: sono tutte il frutto di qualcosa, e questo qualcosa è l'anima. Ogni volta che alimentiamo l'anima, è garantita una crescita.”
Clarissa Pinkola Estés

Scrivo questi pensieri a voce alta nel giorno dell'equinozio di primavera. Mi piace pensare che la “ripresa” che ci vanno ripetendo da più parti, sia proprio come questo risveglio naturale, quest'apertura gratuita della vita che, fedele nelle stagioni, ci ricorda che la vita è movimento centrifugo/centripeto, contrazione/apertura, evoluzione/regressione. Sono convinta che non ci basti una riduzione della disoccupazione (servirebbe una controtendenza significativa perché il beneficio si senta nelle famiglie), per aumentare il benessere integrale del popolo. La crisi ha causato una ferita esistenziale in noi e nella nostra società (mi limito a riferirmi al nostro paese): ora è tempo di lenire, ricucire, sanare. Per questo non bastano misure di tipo economico, finanziario e politico. Ci serve nutrire una competenza del vivere differente. Siamo in ottima compagnia in questo cammino: ci sono tante e tanti che lo stanno già facendo, percorrendo vie antiche ma rinnovate, alimentando circuiti vitali e segreti (segreti perché ci sono pochi spazi per narrarli, non perché desiderino rimanere tali) e stili inediti.

lunedì 2 febbraio 2015

Prendiamo la parola in prima persona



“Cominciavo a vedere che la penna e le parole che ne escono possono essere molto più potenti delle mitragliatrici, dei carri armati o degli ielictteri. Stavamo imparando come condurre la nostra lotta. E stavamo cominciando a comprendere quanto possiamo essere forti quando prendiamo la parola in prima persona.” Io sono Malala, Garzanti
Non lo avrei comprato questo libro, se una persona di grande fiducia, non mi avesse invitato a farlo. E' scritto molto bene, non è autocelebrativo, ma veramente una finestra aperta sulla realtà pakistana.
La penna (oggi potrebbe essere un blog) è, tavolta, l'unica forma per poter pronunciare ad alta voce la nostra parola e combattere un senso di anestesia, pigrizia e sonno che può prenderci quando ci sentiamo impotenti davanti a una realtà più grande di noi. Grazie Malala per averlo fatto! E chissà che la tua vita non sia iniziata a cambiare da quel giorno?