giovedì 23 dicembre 2021

Fragilità e cura: le parole di un tempo nuovo


Terra e Missione e Il cerchio e la vita vi invitano a un incontro di spiritualità online per "aprirci al nuovo anno con la consapevolezza di ciò di cui desideriamo prenderci cura: dentro e fuori di noi​."​

​Stiamo ancora vivendo un momento dove, spesso, sperimentiamo la fragilità nelle sue varie forme. Sentiamo che apprendere a prenderci cura di noi e di ciò che ci circonda sia un atteggiamento che ci può aiutare a vivere con più intensità e qualità di vita.
Cura della nostra anima, del nostro desiderio profondo; come anche cura delle relazioni con l'Altro, con gli altri e le altre; cura della casa comune e del cosmo.

"Incuria si lega a indifferenza. Cioè all'atrofia della nostra sensibilità nei confronti delle realtà. Prendersi cura è un modo diverso di pensare il nostro rapporto con la realtà. Diverso dal dominio e diverso dal contratto." Chiara Giaccardi e Mauro Magatti​

​Il ​5 gennaio ci offriamo un tempo e uno spazio per rispondere ad alcune domande: di cosa desidero prendermi cura? come mi prendo cura di me e della realtà? come sperimento la fragilità?

​Chi desidera partecipare può iscriversi online a questo link: https://bit.ly/33R4vHU

mercoledì 10 novembre 2021

Sinodo: la voce alle escluse e agli esclusi

Un autentico cammino sinodale, a mio avviso, dovrebbe proprio partire dall’ascolto degli ‘esclusi’ e lasciarsi interrogare da loro. Con la consapevolezza che in gioco non c’è solo un cambiamento di metodo di partecipazione, ma anche una sfida di riforma strutturale della Chiesa.

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lunedì 11 ottobre 2021

Essere facilitatrici e facilitatori del cammino sinodale

 


Viviamo un tempo complesso, non complicato. La complessità richiede delle competenze per saperla leggere, interpretare e pianificare strategie per raggiungere gli obiettivi individuati. La facilitazione è un’esperienza che abbiamo importato in Italia dal mondo anglosassone e nord americano, dove ha una storia di più antica datazione.

Nel mondo ecclesiale mediterraneo è solo da pochi anni che si riconosce il bisogno di una figura professionale esterna che accompagni i processi decisionali e di cambiamento nelle congregazioni religiose e nelle organizzazioni ecclesiali. Il ruolo della facilitatrice e facilitatore è quello di aiutare il gruppo a raggiungere i propri obiettivi favorendo la partecipazione e il coinvolgimento dei membri, curando le relazioni, le dinamiche e la dimensione affettiva.

Credo essenziale per il cammino sinodale formare persone capaci di prendersi cura dei processi, di accompagnare cammini e nutrire una visione spirituale della sinodalità.

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martedì 31 agosto 2021

Per una pedagogia sinodale nella nostra Chiesa


La sinodalità è più di un metodo democratico per prendere decisioni. È uno stile che è nel DNA del cristiano.

Con questa proposta preparatoria Papa Francesco ci insegna una pedagogia del pensare, pregare e discernere insieme. A mio avviso una vera rivoluzione di prospettiva. Siamo abituati, per aver ereditato un modello di Chiesa molto clericale e gerarchico, a uno stile dove ci viene presentato il risultato di consultazioni e riflessioni fatte all’interno dei Dicasteri e delle Commissioni preposte. Non siamo abituati a percorrere insieme cammini accidentati di approfondimento per arrivare, con metodo, a dei risultati condivisi.

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venerdì 14 maggio 2021

Shhh... Parla il silenzio


Il silenzio inteso non solo come assenza di rumori ma come modalità di abitare uno stile contemplativo di attenzione verso noi, gli altri e il cosmo. Esistono anche quei silenzi dolorosi: non parliamo perché non possiamo o non ce lo permettono; ci sono silenzi quando si getta la spugna; ci sono silenzi che sanno di abbandono e solitudine. Noi parleremo della bellezza del silenzio scelto come spazio per ascoltare la nostra anima.

Papa Francesco nella sua ultima catechesi dice che la dimensione contemplativa “è un po’ come il ‘sale’ della vita: dà sapore, dà gusto alle nostre giornate”. Contemplare, afferma il Santo Padre, “è un modo di essere” ma “essere contemplativi non dipende dagli occhi, ma dal cuore”.

Chi di noi in questo ultimo anno non ha sentito che il silenzio bussava al suo cuore?

Come ci siamo sentiti? Cosa ci ha spaventato? Cosa abbiamo apprezzato?

giovedì 29 aprile 2021

La cura della gentilezza

La gentilezza fa bene soprattutto a chi la mette in pratica. Sono gesti e parole abitate; non reagite solo sulla scia dell'emozione primaria. Gentilezza, attesa, silenzio sono sorelle.

La gentilezza fa bene. Apre i cuori e predispone le persone all'incontro, anche nel confitto.

La gentilezza odora di bellezza.

martedì 13 aprile 2021

“Coloquios CONFER” con Patrizia Morgante de la UISG

El próximo 20 de abril tendrá lugar una nueva sesión de “Coloquios CONFER”.

En esta ocasión nos acompañará la Responsable de Comunicación de la Unión Internacional de Superioras Generales (UISG) Patrizia Morgante.


Hablaremos con ella sobre la Iglesia y las Redes Sociales, la vida religiosa en Tik Tok, sobre su Manual de Comunicación para los institutos femeninos de vida religiosa etc.


martedì 16 marzo 2021

Pascua: Encuentro de espiritualid

Pascua: Encuentro de espiritualidad 

10 abril 2021 de 15 a 17.30 (hora de Roma)

Déjate llevar por el Misterio

“No nos resignemos a vivir encerrados en un fragmento de realidad.” (FT 191)

Inscripción a este enlace: http://bit.ly/3bKE2NE

Descarga el volante aquí 



sabato 13 marzo 2021

Io e lui, il Covid19


Quando ho avuto conferma che fosse dentro di me, è stato quasi naturale rivolgergli un messaggio ‘Ti prego non accanirti sul mio corpo’. 

Mi sento fortunata e benedetta: nonostante i sintomi vari, è stato sopportabile.

Quella strana sensazione di sentire che puoi fare del male ad altre persone, perché il tuo corpo è contaminato. Non l’avevo mai provata.


Si è vero, avere il Covid ti cambia. Ti fa riflettere su tante cose. Quel soffio di respiro che è la tua vita e che, lui, può cambiare o gestire. Forse è retorico, ma è vero che riconsideri le cose essenziali della tua vita.


Ieri, leggere ‘non rilevato’ sul referto, mi ha fatto scoppiare il corpo e l’anima di gioia, di vita libera. Si, perché la libertà è la prima cosa che ti manca. 


Potrei scrivere tanto su come questo tempo, aggiunto a tutto l’anno trascorso, ha toccato la mia anima. Altre cose dovrò ancora scoprirle. Ma sono certa che voglio rimanere ancorata alle poche cose che contano per me. Perché sono queste che mi danno vita e mi fanno sentire una donna libera e completa.


Sentire che un virus può avere potere sul tuo corpo, rende morbido il senso di onnipotenza e bisogno di controllo che mi abitano. Cosa puoi realmente fare? 

Ho imparato una sapiente obbedienza alla vita, al suo mistero. Può che combatterla, la accompagno con il cuore aperto, in attesa della bellezza che c’è, ne sono certa.

Forse sono stanca di cercare cose che non troverò. Forse voglio solo volere le cose che già sono qui, e goderne. Profondamente.

mercoledì 6 gennaio 2021

E se anche la Chiesa diventasse una grande performance?


E se anche la Chiesa diventasse una grande performance?

E' indubbio che viviamo in una società della performance, dove da consumatori siamo diventati performer: individui sempre più preoccupati di dare prova dei nostri talenti.

Anche il linguaggio è andato cambiando: siamo diventati progetti, più che persone fragili e belle. Riempiamo di tecnicismi il nostro parlare aziendale e privato (d'altronde il sottile confine tra privato, pubblico e politico si sta deteriorando sempre di più!).

Parliamo di gestione di risorse, di raggiungere obiettivi e risultati misurabili, di dati da interpretare. 

Non voglio negare che un cambiamento e adattamento sia necessario. Ma mi domando se il costo di questo appiattimento freddo all'ideologia funzionale ed efficientistica non sia troppo alto? E se ci faccia perdere di vista parole che non possiamo misurare: sogno, desideri, anima, profezia, vocazione, fioritura?

Non possiamo dimenticare di essere persone trascendenti, che non ci rende felici solo l'orizzontalità, ma sentiamo una sete profonda di tendere alla verticalità (dalle radici al cielo, dalla terra alla spirito e viceversa).

Non ci basta raggiungere risultati, ci nutriamo di percorsi accidentati. Non ci alimenta solo fare la lista dei nostri talenti, dobbiamo toccare la nostra vocazione che dice il nostro senso di abitare questa storia.

Credo che oggi la Chiesa debba proprio ricordarci questa nostra nostalgia della verticalità, della trascendenza per essere credibile e rispondere veramente ai desideri profondi di una società in ricerca di senso.