martedì 23 giugno 2015

#‎genderfobia‬

#‎genderfobia‬ Sto leggendo e riflettendo molto sul tema del "genere", soprattutto perché, mi sembra, si sia creata una specie di bolla di disinformazione che sta santificando l'argomento come la cosa più importante di cui parlare dall'ambone della Chiesa. Io preferirei che si gridasse, con la stessa energia, la vergogna per la povertà e la mancanza di solidarietà, ma, si sa, la sessualità è un tema caldo e privilegiato campo di mobilitazione per una parte della Chiesa. Sento che questa maglietta (è evidentemente una foto ritoccata) rappresenti bene la doppia morale che fa scendere in piazza (anche simbolicamente) alcuni dei custodi della morale cattolica (che siedono anche in parlamento). La doppia morale porta a essere integralisti su un dover essere astratto e disincarnato, ma molto morbidi sulla propria condotta di vita. Direi che la doppia morale ci fa vivere frammentati, scissi. Ciò di cui oggi abbiamo bisogno è creare ponti di dialogo su posizioni diverse, perché nessuno detiene la verità, la si può avvicinare/sognare/approcciare solo insieme.

All'anima della crisi!



“L'arte delle domande, l'arte delle storie, l'arte delle mani: sono tutte il frutto di qualcosa, e questo qualcosa è l'anima. Ogni volta che alimentiamo l'anima, è garantita una crescita.”
Clarissa Pinkola Estés

Scrivo questi pensieri a voce alta nel giorno dell'equinozio di primavera. Mi piace pensare che la “ripresa” che ci vanno ripetendo da più parti, sia proprio come questo risveglio naturale, quest'apertura gratuita della vita che, fedele nelle stagioni, ci ricorda che la vita è movimento centrifugo/centripeto, contrazione/apertura, evoluzione/regressione. Sono convinta che non ci basti una riduzione della disoccupazione (servirebbe una controtendenza significativa perché il beneficio si senta nelle famiglie), per aumentare il benessere integrale del popolo. La crisi ha causato una ferita esistenziale in noi e nella nostra società (mi limito a riferirmi al nostro paese): ora è tempo di lenire, ricucire, sanare. Per questo non bastano misure di tipo economico, finanziario e politico. Ci serve nutrire una competenza del vivere differente. Siamo in ottima compagnia in questo cammino: ci sono tante e tanti che lo stanno già facendo, percorrendo vie antiche ma rinnovate, alimentando circuiti vitali e segreti (segreti perché ci sono pochi spazi per narrarli, non perché desiderino rimanere tali) e stili inediti.

La Bellezza della Vita consacrata



Di cosa ci parla oggi la scelta della Vita consacrata? Cosa dice alle donne e agli uomini di oggi?

La Bellezza è il tema scelto dal nostro Circolo Donne come fils rouge per quest'anno sociale di incontri e iniziative. Lo abbiamo scelto a livello personale ma anche comunitario. La storia ci interpella a scorgere e a “scrutare”[1] la bellezza e, dalla storia, prendiamo spunti: il 2015 è l'Anno che Papa Francesco, sollecitato dalla Congregazione per la Vita consacrata e le Società di Vita apostolica (CIVCSVA), ha voluto “consacrare” al tema della Vita consacrata.
Ci arriva un messaggio di bellezza da questo spazio, da quest'opzione di vita? Ciascuno e ciascuna, potrà rispondere secondo la propria esperienza e sarebbero risposte molto diverse le une dalle altre. Io credo che in questa scelta che profuma di consacrazione a qualcosa di alto, di profondo, di intenso e di radicale abiti una bellezza incarnata nell'umanità, con tutti i limiti e le risorse che questo comporta. Negli ultimi anni siamo venuti a conoscenza di tante ferite dentro la Chiesa cattolica, ma questo non toglie che, in luoghi feriti dalla violenza, i religiosi e le religiose rappresentano una presenza nuda e disarmata per l'umanità che ha sete di speranza e di Buone Notizie.  

Riflettendo, laicamente, sui consigli evangelici

“Oso pensare che Dio sorrida per gli incredibili, per i figli (e figlie) che fanno voto di vastità.” Don Angelo Casati, Il sorriso di Dio, ilSaggiatore

Riflettere sul tema per scrivere questo contributo, mi ha portato a fare sintesi di qualcosa che mi abita dentro da sempre: la similitudine tra vita laicale e Vita consacrata (VC), o meglio le assonanze che si possono individuare soprattutto parlando dei consigli evangelici. Questa riflessione non può essere separata dalla mia storia di vita, professionale e personale: sin da bambina sono stata impegnata in parrocchia e nei movimenti ecclesiali, come educatrice e come animatrice; questo seme è maturato nel tempo verso una fede sempre più adulta e profonda, fino a scegliere questo ambito anche professionalmente. Oggi sono una donna laica che lavora in una Congregazione religiosa internazionale: questo dato informa tutto il mio essere e, quindi, anche la lettura che, dei voti, faccio a partire da questa speciale visione e prospettiva.

giovedì 4 giugno 2015

Un'esperienza di formazione e agggiornamento sulla Vita Consacrata: STUDIUM




E’ terminato da pochi giorni il secondo anno del Corso STUDIUM e sento il desiderio di “tirare le somme” di questo cammino fatto come laica, con tante consacrate e consacrati. Una valutazione è una parola un po' grossa, ma è ciò che faccio al termine di un cammino: cosa mi rimane dentro di questa esperienza?