Ascoltando le difficoltà e le frustrazioni di alcuni miei familiari circa la loro realtà lavorativa, mi domando: 'come siamo potuti passare dai secoli delle lotte e delle conquiste dei diritti umani al tempo della precarietà e vulnerabilità'?
Cosa è andato storto? Dove, cittadini e istituzioni, abbiamo sbagliato? Oggi parlare di Diritti del lavoratore sembra una bestemmia: come se garantire uno stipendio degno e che consenta di fare un 'progetto' a lungo termine, sia un ostacolo al buon nome di un'azienda.
domenica 16 settembre 2018
giovedì 30 agosto 2018
Comunicare per costruire una comunità globale
Per chi come me si occupa di
comunicazione sociale, la realtà è un luogo privilegiato per prendere spunti e
idee creative per il proprio lavoro. È come un cantiere sempre attivo.
Qualche giorno fa ero seduta a un
tavolo di un ristorante con amici e ho sentito un bambino gridare e correre
verso i propri genitori con una mano stretta sulla fronte e un oggetto nell’altra
mano. Immediatamente ho dato per scontato che il bambino fosse caduto e si
fosse ferito, e che quella mano nascondesse del sangue. Al raggiungere la
mamma, il bambino, piangendo, grida “Mi
si è rotto il vetro del cellulare!”.
Posso immaginare il vostro volto aperto
a un sorriso che è un misto di ilarità e preoccupazione allo stesso tempo; è
quello che è accaduto a me e ai miei amici: siamo rimasti senza parole.
giovedì 26 luglio 2018
Quanto sono social le suore?
La
comunicazione ufficiale della Chiesa è molto più centrata sul ruolo dei
sacerdoti e dei vescovi; la vita religiosa in generale è quasi assente, e
quella femminile, pur rappresentando l’80% del mondo religioso, è praticamente
invisibile. Nonostante i numerosi richiami di Papa Francesco nel sottolineare
il ruolo significativo delle donne, la comunicazione istituzionale vaticana
continua a mostrare un solo volto, quello maschile e sacerdotale. Questa realtà
non ci scoraggia, anzi! Ci stimola a essere creative nel cercare tutte le vie
possibili per raccontare la bellezza dell’azione delle Religiose nel mondo:
donne come ponti di pace, come testimoni di amore, come protagoniste di una
narrazione controcorrente, come curatrici di ferite esistenziali e sociali
profonde.
lunedì 2 ottobre 2017
La Comunicazione e la vita religiosa: Serve uno zaino di competenze sulle tecnologie
Io credo che le tecnologie dell’informazione e della comunicazione, in particolare con l’arrivo di internet negli anni 90, sia un passaggio che fa della nostra epoca un tempo unico. Sono dentro il mondo digitale come cittadina, lo abito per socializzare e per svolgere diligenze e commissioni che prima mi richiedevano operazioni che ora posso fare con un computer, una connessione internet e una carta ricaricabile.
Ho fatto del mondo digitale anche una scelta professionale in un ambito specifico, come la vita religiosa femminile: convinta che siamo figlie e figli di un Dio profondamente comunicativo, ma non arrogante. Se non avesse avuto una grande fiducia nelle sue creature, non avrebbe lasciato che altre e altri scrivessero dell’esperienza umana di Gesù.
Io sento che fare comunicazione è entrare un po’ in questa fatica di Dio di avvicinare le persone, toccarle nel cuore e farle innamorare sempre più dell’umanità, con tutte le sue contraddizioni.
Leggi l'intervista sul sito SoloTablet
Ho fatto del mondo digitale anche una scelta professionale in un ambito specifico, come la vita religiosa femminile: convinta che siamo figlie e figli di un Dio profondamente comunicativo, ma non arrogante. Se non avesse avuto una grande fiducia nelle sue creature, non avrebbe lasciato che altre e altri scrivessero dell’esperienza umana di Gesù.
Io sento che fare comunicazione è entrare un po’ in questa fatica di Dio di avvicinare le persone, toccarle nel cuore e farle innamorare sempre più dell’umanità, con tutte le sue contraddizioni.
Leggi l'intervista sul sito SoloTablet
lunedì 5 dicembre 2016
Ho fatto un sogno
Stanotte ho fatto un sogno… ho sognato che le italiane e gli
italiani avevano alzato la testa e con una botta di dignità avevano deciso che
volevano vivere diversamente. Ho sognato che gridavano che erano stanchi di una
politica che dal dopoguerra ha annichilito la voglia di crescere ed espandersi,
non solo economicamente, di questo paese. Ho sognato che ci alzavamo la mattina
con la voglia di andare a lavorare perché ci sentivamo trattati come persone, e
il lavoro, pur amandolo, ci lasciava il tempo per dedicarci anche ad altro, a
nutrire i nostri hobbies e a vivere l’amore.
domenica 6 novembre 2016
Costruire spazi di senso per la difesa e la promozione dei Diritti Umani
Questa riflessione prende vita
qualche giorno dopo la morte dell’ex Presidente Azeglio Ciampi, e impiegare
come titolo di questo articolo una sua frase, mi sembra un segno di gratitudine
a un uomo che ha saputo camminare con autenticità in questa storia.
Per queste osservazioni che
seguono prendo spunto dalla mia partecipazione, in qualità di facilitatrice, al
Convegno internazionale sui Diritti Umani promosso dalla Famiglia Domenicana a
Salamanca (Spagna), a settembre del 2016. È stato un onore e un grande
apprendimento accompagnare nei quattro giorni dell’incontro i 200 partecipanti della
Famiglia di San Domenico (suore, frati, laici e laiche, giovani), provenienti
da 50 paesi diversi e con impegni molto differenti tra loro nella difesa e
nella promozione dei Diritti Umani nel mondo. Lo chiamano “Processo Salamanca” (in memoria dell’impegno di Francisco de
Vitoria e altri Domenicani come Montesinos e Las Casas) questo tentativo di far
incontrare e lavorare insieme la dimensione intellettuale e di ricerca sui
Diritti Umani e la dimensione più operativa, che mobilita risorse concretamente
contro le numerose violazioni dei diritti, nei diversi luoghi del mondo. L’Ordine
domenicano ha accettato la sfida di voler conciliare testa e mani, cielo e
terra, mente e cuore: non è tempo per le frammentazioni, è necessario lavorare
in networking per favorire un
cambiamento significativo nella società e per creare quell’auspicata trasformazione
verso un benessere sempre più inclusivo e allargato.
domenica 18 settembre 2016
Viscere di compassione e misericordia: l’impegno per i diritti umani, oggi
Parliamo di viscere di misericordia. Donne e uomini siamo dotati di un grembo simbolico che sentiamo vibrare, saltare, muovere a contatto con emozioni forti, piacevoli o sgradevoli. Il dolore per l’ingiustizia e per la sofferenza di altri essere umani ci smuove le viscere, anche quando diventiamo insensibili. È nelle viscere che abita la misericordia, la compassione, l’empatia che proviamo davanti al dolore dell’altro e dell’altra. Quando le viscere non si smuovono più è perché “quando è troppo è troppo”: ci si può assuefare alle continue immagini di dolore che ci arrivano, in tempo reale, da un’informazione piena di dati e immagini che ci sovrastano.
giovedì 15 settembre 2016
Seminario di ecologia profonda: I quattro elementi Acqua, Aria, Terra, Fuoco
"Io sono fatto di corpo, cuore e anima. Il creato ha quello che ho io, e io ho quello che ha il creato. Insieme scopriamo, in entrambi, la bellezza e la grandezza che ci appartengono." Matthew Fox
Alla base di diverse tradizioni mediche, filosofiche e astrologiche, sia in Oriente sia in Occidente, i quattro elementi costituiscono ora simbolicamente ora concretamente il mondo fuori di noi ma anche quello interiore, ponti come sono tra il microcosmo e il macrocosmo. Attraverso l'uso di tecniche immaginative e meditative, la lettura di fiabe, storie mitologiche, brani poetici e narrativi, nonché un'attiva sollecitazione dei cinque sensi, proveremo nel nostro laboratorio ad esplorare e ad entrare in un contatto vivo e partecipe con questi quattro elementi della natura, arrivando a sperimentare la comunione con il creato e la sua profonda, armoniosa unità.
Per prenotarvi, scrivere a: donnemujereswomen@gmail.com
"Io sono fatto di corpo, cuore e anima. Il creato ha quello che ho io, e io ho quello che ha il creato. Insieme scopriamo, in entrambi, la bellezza e la grandezza che ci appartengono." Matthew Fox
Alla base di diverse tradizioni mediche, filosofiche e astrologiche, sia in Oriente sia in Occidente, i quattro elementi costituiscono ora simbolicamente ora concretamente il mondo fuori di noi ma anche quello interiore, ponti come sono tra il microcosmo e il macrocosmo. Attraverso l'uso di tecniche immaginative e meditative, la lettura di fiabe, storie mitologiche, brani poetici e narrativi, nonché un'attiva sollecitazione dei cinque sensi, proveremo nel nostro laboratorio ad esplorare e ad entrare in un contatto vivo e partecipe con questi quattro elementi della natura, arrivando a sperimentare la comunione con il creato e la sua profonda, armoniosa unità.
Per prenotarvi, scrivere a: donnemujereswomen@gmail.com
lunedì 12 settembre 2016
La custode del silenzio. “Io, Antonella, eremita di città”
La custode del
silenzio
“Io, Antonella,
eremita di città”
Antonella Lumini e
Paolo Rodari
Le parole che mi accingo a scrivere più che rappresentare una vera e propria recensione del libro sono un atto di gratitudine per Antonella e Paolo; un grazie profondo per lo sforzo, non solo editoriale, ma spirituale che, insieme, hanno compiuto perché questa storia vedesse la luce e l’esperienza, singolare ma ripetibile, di Antonella potesse arrivare a tutte e tutti, credenti e non credenti. Per imparare dal loro racconto è necessario essere ricercatori e ricercatrici, assetate e assetati di spiritualità, di una nostalgia che ci rende donne e uomini inquieti.
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